80 Il libro bianco sulle bronchiectasie Ansia, depressione e impatto sulla qualità della vita Nonostante la ricerca sugli aspetti psicologici nelle bronchiectasie non sia avanzata come per altre patologie respiratorie croniche (come la broncopneumopatia cronica ostruttiva), gli studi disponibili mostrano un consenso significativo nell'identificare un aumentato rischio di patologie depressive e ansiose in questa popolazione. La ricerca scientifica ha documentato come le bronchiectasie siano associate a un aumentato rischio di sviluppare disturbi dell'umore. Studi condotti su pazienti con bronchiectasie hanno evidenziato tassi di ansia e depressione significativamente elevati, con il 22,3% dei pazienti che presenta sintomi di ansia e il 31,1% che manifesta sintomi depressivi. La prevalenza di ansia e depressione nei pazienti con bronchiectasie non cistiche raggiunge rispettivamente il 43,6% e il 40,4%, valori considerevolmente superiori rispetto ai controlli sani (32,2% e 32,8%). Altri studi riportano una prevalenza di ansia del 30% e di depressione del 41% nei pazienti con bronchiectasie stabili. La relazione tra la componente psicologica e la patologia respiratoria si configura come complessa e bidirezionale. Non si tratta di un nesso causale diretto, secondo cui la presenza di bronchiectasie implicherebbe automaticamente una maggiore sofferenza psicologica, bensì di un’interazione dinamica, soggetta a notevoli variazioni interindividuali. La patologia si integra con la personalità individuale, che può variare significativamente da soggetto a soggetto. Esiste una correlazione significativa tra la gravità della malattia e l'impatto psicologico: pazienti con indicatori di malattia severa, come precedenti ospedalizzazioni, aumentata produzione di espettorato, più elevati punteggi di dispnea e presenza di emottisi, mostrano associazioni significative con il distress psicologico. Il senso di impotenza e la perdita di controllo Uno degli aspetti psicologici più rilevanti nelle bronchiectasie è la percezione di perdita di controllo sul proprio corpo. La diagnosi di una patologia cronica mette in discussione l'immagine di controllo corporeo che normalmente diamo per scontata, rivelando che "c'è una parte che non puoi controllare, che è fuori dal tuo controllo e che non funziona come vorresti che funzionasse". Questa percezione di impotenza può progressivamente estendersi ad altri ambiti dell’esistenza, contribuendo ad accrescere il rischio di sviluppare sintomatologie depressive e ansiose. Il livello di controllo percepito diventa quindi un elemento centrale nella gestione psicologica della malattia: quanto più il paziente si sente in controllo, tanto minore è la probabilità di sviluppare complicanze psicologiche. La perdita di controllo percepito rappresenta una delle componenti psicologiche principali che si riversa in altri settori della vita. Non è raro che i pazienti esprimano incertezza rispetto alla possibilità di svolgere determinate attività, anche quotidiane o di lieve impegno. Tale atteggiamento evidenzia il bisogno di recuperare progressivamente un senso di conCAPITOLO 8
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=