Il Libro Bianco sulle bronchiectasie

45 Il libro bianco sulle bronchiectasie 2. Macrolidi a lungo termine: I macrolidi (azitromicina, claritromicina, eritromicina) somministrati a basso dosaggio per periodi prolungati hanno dimostrato efficacia nella riduzione delle riacutizzazioni. Il loro effetto sembra essere legato non tanto all'azione antibatterica diretta, quanto alla modulazione del sistema immunitario e dell’infiammazione. È importante sottolineare che i macrolidi sono utilizzati in regime off-label e richiedono un monitoraggio degli effetti collaterali, inclusi controlli ECG per il rischio di allungamento del QT, audiometria tonale per il rischio di sviluppo di ipoacusia e valutazione della funzionalità epatica. 3. Antibiotici inalatori a lungo termine: Questa modalità di somministrazione permette di raggiungere alte concentrazioni di antibiotico nelle vie aeree minimizzando l'assorbimento sistemico e gli effetti collaterali. Sono particolarmente indicati per i pazienti con infezione cronica da Pseudomonas aeruginosa. 4. Eradicazione di Pseudomonas aeruginosa: Sebbene le evidenze non siano forti come nella fibrosi cistica, si può tentare un trattamento di eradicazione di Pseudomonas aeruginosa alla sua prima identificazione combinando antibiotici sistemici e inalatori. L'obiettivo principale è evitare o posticipare lo sviluppo di un'infezione cronica da P. aeruginosa, che è associata a una prognosi peggiore. È importante sottolineare che la prescrizione di antibiotici, soprattutto i macrolidi, dovrebbe essere effettuata da medici con un expertise nella gestione delle bronchiectasie, che eseguiranno un'adeguata valutazione dei rischi/benefici e le necessarie valutazioni preliminari (come audiometria e funzionalità renale). Il paziente dovrebbe firmare un consenso informato, dato che si tratta di uso off-label. Broncodilatatori I broncodilatatori sono frequentemente prescritti nei pazienti con bronchiectasie, nonostante le evidenze in letteratura siano limitate. Il loro uso è più chiaramente indicato nei pazienti che presentano anche asma o BPCO. Inoltre, possono essere utili nei pazienti che riferiscono dispnea, specialmente se si dimostra una risposta al broncodilatatore nei test di funzionalità respiratoria. Corticosteroidi inalatori L'uso di corticosteroidi inalatori nelle bronchiectasie è controverso. Questi farmaci agiscono su alcune cellule del sistema immunitario, potenzialmente modulando l'infiammazione, ma possono anche predisporre alle infezioni. Attualmente, sono raccomandati principalmente per i pazienti con concomitante asma o BPCO o con caratteristiche cliniche simili all'asma. Recenti evidenze suggeriscono che potrebbero essere benefici in un sottogruppo di pazienti con bronchiectasie che presentano infiammazione eosinofilica. Molti clinici sono cauti nell'uso di corticosteroidi inalatori nelle bronchiectasie, evitandoli, ove possibile, a meno che non vi sia una chiara indicazione come l'asma concomitante o un'iperreattività bronchiale documentata. Questa cautela deriva dal rischio aumentato di CAPITOLO 5

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