Il Libro Bianco sulle bronchiectasie

37 Il libro bianco sulle bronchiectasie fica mostra un particolare predominio nell’Europa settentrionale e occidentale, in contrasto con la prevalenza di P. aeruginosa nel Sud Europa. La presenza di H. influenzae non si limita alla semplice colonizzazione: il patogeno può formare biofilm, aumentare l’infiammazione ed influenzare significativamente l’attività di malattia. Gli studi più recenti hanno dimostrato che i pazienti con colonizzazione da H. influenzae presentano un indice di severità delle bronchiectasie (BSI) più elevato e una maggiore compromissione radiologica. Le Enterobacteriaceae rappresentano il terzo gruppo più comune di patogeni nelle bronchiectasie, con una prevalenza del 15,9% secondo il registro EMBARC. La loro distribuzione mostra un pattern geografico distintivo, con una maggiore frequenza nell’Europa meridionale e centro-orientale rispetto al Regno Unito e all’Europa settentrionale, dove predominano P. aeruginosa e H. influenzae. Questa distribuzione particolare potrebbe avere implicazioni importanti per le strategie di gestione antimicrobica in diverse regioni geografiche. Staphylococcus aureus, presente nell’8,6% dei pazienti del registro EMBARC, presenta un profilo clinico più controverso. Gli studi mostrano risultati contrastanti sul suo impatto prognostico: mentre alcune ricerche non evidenziano correlazioni significative con la funzione respiratoria o la frequenza delle riacutizzazioni, altre, particolarmente in Europa, associano la sua presenza a una maggiore estensione delle bronchiectasie e a un aumentato numero di riacutizzazioni. In questo contesto, è importante notare che molti pazienti possono presentare co-infezioni da più patogeni, una condizione che complica ulteriormente il quadro clinico e può influenzare significativamente la scelta della terapia antibiotica. La comprensione di queste complesse interazioni microbiologiche è fondamentale per ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare gli outcome clinici. Il ruolo dei virus nelle bronchiectasie L’impatto delle infezioni virali nelle bronchiectasie si manifesta principalmente come trigger di riacutizzazioni acute. Gli studi hanno identificato una positività virale nel 25-39% delle riacutizzazioni, con predominanza di Coronavirus, Rhinovirus e virus influenzali A e B. Questa prevalenza significativa sottolinea l’importanza del monitoraggio virologico durante gli episodi di peggioramento clinico. Di particolare interesse è il ruolo del virus di Epstein-Barr (EBV), la cui presenza nel DNA dell’espettorato è stata riscontrata nel 48,1% dei pazienti bronchiectasici in fase stabile, significativamente superiore rispetto ai controlli sani (20%). La positività per EBV si associa a un declino funzionale più rapido e a un intervallo più breve alla successiva riacutizzazione, suggerendo un possibile ruolo nel modulare la progressione della malattia. La complessa interazione tra virus, batteri e sistema immunitario dell’ospite contribuisce alla peculiare ecologia microbica delle bronchiectasie. Le infezioni virali possono alterare i meccanismi di difesa locali, facilitando la colonizzazione batterica e potenzialmente influenzando l’evoluzione della malattia. Questa dinamica sottolinea l’importanza di un approccio diagnostico e terapeutico che consideri l’intero spettro dei patogeni potenzialmente coinvolti. CAPITOLO 4

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