Il Libro Bianco sulle bronchiectasie

36 Il libro bianco sulle bronchiectasie Zhou del 2022, analizzando 24 studi selezionati tra 1504 pubblicazioni dal 2006 al 2021, ha evidenziato una prevalenza globale intorno al 10%, con marcate variazioni geografiche. Un aspetto interessante emerso dai dati EMBARC è che l’isolamento di NTM non sembra associarsi ad un aumentato rischio di morte rispetto ai controlli matched, un dato che contribuisce a una migliore comprensione della prognosi in questi pazienti. La complessità nella determinazione della reale prevalenza è legata a diversi fattori metodologici e clinici, che rendono difficile la comparazione tra i diversi studi. Gli studi italiani offrono un quadro particolarmente interessante di questa variabilità. La ricerca condotta a Monza tra il 2012 e il 2015 su 261 pazienti ha rilevato NTM nel 12% dei casi, con 23 pazienti che soddisfacevano i criteri per malattia attiva. Uno studio più recente del 2022 ha esaminato una popolazione più ampia di 531 soggetti, di cui 373 sono stati valutati per la presenza di NTM. La prevalenza di infezione è risultata del 26,1%, con il 12,6% dei pazienti che sviluppava malattia polmonare secondo i criteri ATS. La metodologia di campionamento rappresenta un aspetto cruciale. Lo studio di Suska ha dimostrato che solo il 64% dei pazienti con infezione da NTM presentava espettorato spontaneo, rendendo necessario il ricorso a tecniche più invasive come il lavaggio broncoalveolare (BAL) o il broncoaspirato per gli altri casi. Questa differenza metodologica potrebbe spiegare parte della variabilità nei tassi di prevalenza riportati nei diversi studi. Il complesso Mycobacterium avium (MAC) predomina, rappresentando il 71,3% dei casi di malattia. Esiste tuttavia una significativa differenza nella distribuzione delle specie tra pazienti colonizzati e quelli con malattia attiva. Nei soggetti colonizzati, dopo il MAC si osservano M. gordonae, M. chelonae, M. abscessus e M. kansasii, mentre nei casi di malattia attiva, MAC (M. intracellulare e M. avium) è seguito da M. abscessus e M. kansasii (ciascuno 8,5%). Un fenomeno preoccupante è l’aumento della prevalenza nel tempo. In Corea del Sud è stato documentato un raddoppio della prevalenza tra il 2012 e il 2016, suggerendo una tendenza in crescita che potrebbe riflettersi anche in altre regioni. Questo incremento potrebbe essere legato sia a una maggiore consapevolezza della malattia che a un reale aumento dei casi. La ricerca ha identificato diversi fattori predittivi per lo sviluppo di malattia da NTM nelle bronchiectasie. I pazienti con bronchiectasie post-infettive, episodi di emottisi, basso indice di massa corporea (BMI) e maggiore estensione radiologica delle bronchiectasie, particolarmente con pattern “tree-in-bud”, presentano un rischio più elevato di sviluppare NTM-PD. La presenza di questi fattori dovrebbe aumentare l’attenzione clinica e guidare strategie di screening più mirate. La complessità dell’infezione da NTM è ulteriormente evidenziata dalla frequente presenza di co-infezioni: il 35,1% dei pazienti presenta infezioni da molteplici patogeni, con predominanza di P. aeruginosa, S. aureus e H. influenzae. Questa caratteristica non solo complica la diagnosi e la gestione terapeutica, ma potrebbe anche influenzare l’evoluzione della malattia e la risposta al trattamento. Altri patogeni rilevanti nelle bronchiectasie Haemophilus influenzae emerge come il secondo patogeno più frequente nelle bronchiectasie secondo il registro EMBARC, con una prevalenza del 23,6%. La sua distribuzione geograCAPITOLO 4

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