Il Libro Bianco sulle bronchiectasie

16 Il libro bianco sulle bronchiectasie Mortalità e impatto delle riacutizzazioni La prognosi delle bronchiectasie è notevolmente migliorata negli ultimi decenni grazie ai progressi nella gestione terapeutica. Se negli studi della metà del secolo scorso l'età media al decesso era inferiore ai cinquantacinque anni, con la maggior parte dei pazienti che moriva intorno ai quarant'anni, oggi il quadro è radicalmente cambiato. Questo miglioramento è largamente attribuibile all'introduzione dei programmi di vaccinazione e alla disponibilità di antibiotici efficaci, particolarmente importanti nel controllo delle infezioni in età pediatrica. I dati attuali sulla sopravvivenza mostrano un quadro incoraggiante: si registra una sopravvivenza del 58% a quattro anni, del 75% a nove anni e dell'81% a quattordici anni. Questo drastico miglioramento riflette non solo l'efficacia delle moderne strategie terapeutiche, ma anche una migliore comprensione e gestione delle complicanze della malattia. La mortalità nelle bronchiectasie è principalmente di origine respiratoria, anche se spesso il quadro è complicato dalla presenza di comorbidità. Tra i fattori che influenzano significativamente la prognosi, l'infezione da Pseudomonas aeruginosa riveste un ruolo importante, essendo associata a una malattia più estesa e a una significativa ostruzione del flusso aereo. Le riacutizzazioni rappresentano un aspetto critico nella gestione della malattia e hanno un impatto significativo sulla mortalità. I pazienti che presentano tre o più riacutizzazioni all'anno mostrano un quadro clinico particolarmente compromesso: hanno una funzionalità respiratoria peggiore, una ridotta tolleranza allo sforzo fisico, sintomi di dispnea più severi e una malattia complessivamente più grave. Questi pazienti presentano anche una più frequente colonizzazione batterica. L'impatto delle frequenti riacutizzazioni sulla qualità della vita è drammatico. I pazienti con riacutizzazioni frequenti presentano un rischio quintuplicato di scarsa qualità della vita rispetto a coloro che hanno meno episodi di riacutizzazione. Questo peggioramento non si limita alla percezione generale dello stato di salute, ma si riflette in modo significativo su diversi domini specifici della qualità della vita. Gli effetti delle riacutizzazioni si estendono anche al servizio sanitario, con un aumento significativo dell'utilizzo delle risorse sanitarie. Le ospedalizzazioni, in particolare, rappresentano non solo un costo significativo, ma anche un evento traumatico per il paziente, che può portare a un ulteriore deterioramento della funzionalità respiratoria e della qualità della vita. Di fronte a questi dati, emerge chiaramente l'importanza di strategie preventive efficaci per ridurre la frequenza delle riacutizzazioni. Queste potrebbero includere non solo interventi farmacologici appropriati, ma anche programmi di riabilitazione polmonare e educazione del paziente. La prevenzione delle riacutizzazioni rappresenta, quindi, un obiettivo fondamentale, sia per migliorare la prognosi e la qualità della vita dei pazienti, sia per ridurre l'impatto economico della malattia sul servizio sanitario. CAPITOLO 2

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